Liturgia della Parola
Liturgia della XXIV Domenica del Tempo Ordinario - Anno B
Sebbene Cristo si sia esplicitamente riferito una sola volta al tema del Servo sofferente (Lc 22,27; cf Is 53,12), la tradizione primitiva non ha mancato di notare numerosi accostamenti. Fin dal Battesimo, la vocazione messianica del Signore appare come quella del «Servo-Figlio» (Mc 1,11; cf Is 52,13); le guarigioni operate da Gesù rivelano la sua funzione di Servo espiatore (Mt 8,16; cf Is 53,4); la sua umiltà è quella che si attribuisce al Servo (Mt 12, 18-21; cf Is 42,1-3); lo scacco stesso della sua predicazione ricorda quello di Geremia e del Servo (Gv 12,38; cf Is 53,1). Il tema del Servo sofferente è quindi quello che esplicita più chiaramente la necessità per il Salvatore di passare attraverso la sofferenza e la morte per realizzare il suo disegno di salvezza.
Ora questa concezione del Messia come Servo sofferente è quanto di più lontano e scandaloso si poteva proporre alla mentalità e alle aspettative degli Ebrei; la reazione di Pietro è estremamente indicativa. Se per confessare la messianicità di Gesù è necessario l'ispirazione e la rivelazione del Padre (Mt 16,17), più difficile e faticoso è il cammino della fede che accetta lo «scandalo» della croce. I discepoli, pur distaccandosi dagli altri ascoltatori di Gesù, non hanno accettato la «necessità» della croce. A questo compito di educazione e di purificazione della fede dei suoi discepoli, Gesù si dedicherà quasi esclusivamente nel seguito del vangelo.
Vi è un modo di ragionare secondo Dio, e ve ne è uno secondo gli uomini. Il criterio per distinguerli è uno solo: la croce, sulla quale ogni giorno si deve morire un poco a se stessi. Per questo il rimprovero a Pietro è seguito da un invito ad andare dietro a Gesù, come «veri» discepoli. Il vero discepolo deve, anche lui, prendere la sua croce; bisogna infatti perdere la propria vita per ritrovarla. Affiora in questo punto una delle caratteristiche predominanti del Nuovo Testamento: il nesso tra l'indicativo (= Cristo è Messia sofferente) e l'imperativo ( = devi seguirlo sulla via della croce).
Il credente non è colui che crede in Dio nonostante le sofferenze, ma piuttosto colui che segue Gesù sulla via della croce.
QUARESIMA 2022
Lettera ai parrocchiani
Carissimi, iniziamo un nuovo tempo e un nuovo cammino! Tutti avvertiamo nell’aria il desiderio di ritornare al gusto della vita. Come cristiani dovremo sentire il desiderio di tornare al gusto del pane, dell’Eucaristia: Il tuo volto, Signore, io cerco. “Non nascondermi il tuo volto” (Sal. 27,8-9). Nonostante la stanchezza, il dispiacere, il dolore, le lacrime, la paura e, a volte, la disperazione e le ingiustizie che gravano sulla nostra esistenza, questo è il tempo in cui dobbiamo riprendere a seminare vita, speranza, pace, armonia.
Libretto dei Canti